Eilís Dillon Across the Bitter Sea A partire dalla desolazione dell'Irlanda dopo la Grande Carestia, questo avvincente romanzo traccia le tappe della lotta per l'indipendenza irlandese, raccontata attraverso le vite di tre individui i cui destini si intrecciano: Morgan Connolly, il rivoluzionario squattrinato, Samuel Flaherty, il generoso proprietario terriero che ha profondamente a cuore la sorte del proprio paese e Alice McDonagh, la figlia della favorita che il vecchio Flaherty si era tenuto in casa. Alice ama entrambi gli uomini ma sposerà Sam. Appassionato, commovente, comico e tragico allo stesso tempo, Across the Bitter Sea è un romanzo di proporzioni epiche che abbraccia sette decadi e tre generazioni. |
ESTRATTI DALLE
RECENSIONI:
"Un romanzo davvero notevole ... un
vasto scenario di sofferenze, frustrazioni e amarezze
... una delle storie d'amore più appassionanti
e convincenti che abbia letto ... un romanzo degno di
Zola." (Sunday Times, Londra)
Dalle prime
pagine .... Il dosso della
collina la riparava dal vento che soffiava giù
dalla montagna e i profumi dell'estate la
circondavano, in un miscuglio di sale, alghe, erba,
rose e fiori di patate, con una forte aggiunta di
sterco che proveniva dal porcile dei vicini. Era un
odore di cui bearsi quello, un segno che almeno il
maiale era vivo e vegeto.
Mary sapeva che i
vicini la guardavano e riusciva a immaginarsi con
estrema precisione la loro conversazione. In tutte le
case tranne la sua erano morti in tanti, nessuno era
dell'umore giusto per un matrimonio.
Eppure si sarebbero
sentiti in dovere di venire, in segno di gratitudine
per tutti i favori che lei aveva potuto fare agli
altri. Si rendeva perfettamente conto della propria
fortuna. Alzando lo sguardo verso la collina si
vedevano i muri dilapidati di tante casette, dove
appena sei anni prima c'erano bambini che giocavano e
uomini e donne che lavoravano nei campi vicini, tra le
patate maledette. Adesso i campi erano pieni di
erbacce e il frontone triangolare in cima ai muri
laterali delle case era sepolto sotto la paglia e i
travetti marciti che erano venuti giù dal
tetto. Una macchia marrone scuro, lasciata dal fumo di
torba in corrispondenza del comignolo, sarebbe stata
visibile fino a quando il muro restava in piedi. I
più fortunati erano partiti per l'America, dopo
aver affrontato piangendo il cammino desolato e ostile
che li aveva portati a Galway, a Limerick e a Cork. Di
quelli che erano rimasti, molti erano morti di febbre
da carestia.
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alle "Eilís Dillon Irish Writing Pages"
"Da anni non si scriveva in
Irlanda un romanzo più bello o più
importante di questo" (Cork Examiner)
Questo libro non è ancora stato
tradotto in italiano.
Il brano che segue è
un campione preparato per il sito web.
Era una tiepida giornata di giugno del 1851; quella
mattina, una settimana prima del matrimonio del suo
figlio maggiore, Mary MacDonagh era nel campo di
patate più lontano. Camminava lentamente lungo
il bordo, accostata al muro, e guardava per terra come
se stesse cercando il nido di una gallina traditrice.
Sapeva che la gallina era morta da un pezzo; aveva
trovato la carcassa in un campo dieci giorni prima,
ben masticata dai ratti o dalle volpi, ma almeno era
riuscita a procurarsi un alibi per quelle terribili
spedizioni al campo di patate, verso il quale la
spingeva un impulso irresistibile, chiedendo ai vicini
se avevano visto la marrone in giro che covava. Aveva
il diritto di andarla a cercare nei campi, e intanto
teneva d'occhio il raccolto delle patate. I fiori
erano belli, bianchi. Le foglie erano spesse e lucide.
Non davano alcun segno di avvizzire, non c'era nessuna
macchia marrone, nessun odore di marciume, quell'odore
fetido di morte che tutta l'Irlanda aveva respirato
per un periodo che era sembrato lungo una vita.
Traduzione di Giuliana Zeuli
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