Eilís
Dillon The San Sebastian Una mattina presto, dopo una notte di tempesta, il giovane Pat Hernon si sveglia e trova un bellissimo veliero che galleggia sul pelo dell'acqua, sotto la finestra del suo cottage a picco sulla costa del Connemara. Il San Sebastian è deserto e, secondo l'usanza della zona, Pat ne reclama il possesso. Come potrebbe immaginare che la nave misteriosa lo coinvolgerà in una serie di avventure raccapriccianti, che lo trascineranno fino in Bretagna e ritorno, prima che se ne sveli il segreto? Copertina di Richard Kennedy per l'edizione originale pubblicato dal prestigioso editore londinese Faber & Faber |
ESTRATTI DALLE
RECENSIONI: "Un'affascinante storia di
pirateria dei giorni nostri" (Edinburgh Evening News)
"Con un'atmosfera simile a
'L'isola del tesoro', il libro della signora Dillon
parla di un ragazzo, ma gli adulti lo leggeranno
volentieri." (Manchester Evening News) "Ha il vigore della leggenda e l'impronta
della vita ... tangibile, reale, concreto eppure
bizzarro e tumultuoso." (Times Literary Supplement)
"un giovane protagonista, la cui
solitudine e indipendenza sarebbero degne di R.L.
Stevenson, e l'eccitante racconto di un'avventura che
è frutto di una fervida immaginazione, in
un'atmosfera imbevuta della poesia dell'oceano che
bagna la costa irlandese." (The Observer, London)
Questo libro non è ancora stato
tradotto in italiano.
Il brano che segue è
un campione preparato per il sito web.
Dalle prime pagine ....
Per tutta la vita non mi dimenticherò mai della mattina in cui mi affacciai e vidi il San Sebastian che galleggiava tranquillo sotto la mia finestra. Era una mattina di prima estate e il mare era calmo e argenteo, senza più alcun segno della mareggiata della sera prima. Mi ero svegliato diverse volte durante la notte e avevo sentito le onde che si abbattevano tuonanti a riva, e il vento che mugghiava selvaggio tutt'intorno alla casa. Era solo nelle nottate come quella che mi dispiaceva vivere da solo.
Il cottage imbiancato a calce nel quale i miei antenati avevano abitato per secoli stava appollaiato su un'altura che sovrastava la costa del Connemara. Era rivolto a ovest, esposto in pieno alle tempeste di vento dell'Atlantico, quindi la mia porta di casa doveva restarsene chiusa a chiave per una buona metà dell'anno. Sul retro, la montagna a due picchi che noi chiamavamo Minaun, la montagna del capretto, lo proteggeva dall'insidioso vento dell'est. Dietro la casa si stendevano dei campi rocciosi, e un tortuoso sentiero li attraversava serpeggiando e arrivava fino alla strada che costeggiava la montagna. Quasi trenta acri di quei campi erano di mia proprietà, ma era un terreno talmente povero che ci voleva un lavoro infinito per riuscire a guadagnarsi da vivere. Senza l'aiuto del mio vicino, Bartley Folan, non avrei mai potuto farcela.
Bartley era senza dubbio il miglior vicino che chiunque avesse mai avuto. Quando mio padre, che si chiamava Pat Hernon come me, era scomparso in mare nel suo currach un anno prima, erano stati in molti a dire che un ragazzo di quattordici anni non poteva vivere da solo. Dicevano che avrei dovuto vendere il podere per il prezzo che riuscivo a ricavarne e andare a Galway a imparare un mestiere. Il solo pensiero di fare una cosa del genere mi riempiva di orrore. Non riuscivo a sopportare l'idea di vivere lontano dal mare. Certo, è vero che il mare arriva fino a Galway, ma è un mare domato, racchiuso nella baia, che va bene solo alla gente che va a metterci a bagno i piedi d'estate. Avevo spiegato tutto questo a Bartley come meglio potevo e lui, dopo averci pensato su per un giorno o due, aveva detto agli altri che potevano stare tranquilli per quanto riguardava il mio futuro, che ci avrebbe pensato lui a prendersi cura di me. I suoi figli erano grandi ormai, erano tutti in America già da tempo; sarebbe stato come ai vecchi tempi, aveva detto, avere un ragazzo in giro per la casa.
Traduzione di Giuliana Zeuli
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