Eilís Dillon Children of Bach (1992) La seconda guerra mondiale sta per finire. I nazisti hanno occupato l'Ungheria. Quando Peter, Suzy e il piccolo Pali scoprono che i loro genitori sono stati presi prigionieri e deportati insieme ad altri ebrei, preparano un rischioso piano per fuggire in Italia. Non sapendo di chi potersi fidare, sono in costante pericolo di essere traditi, fino a quando il loro viaggio epico si conclude in un paesino di montagna in Italia, dove sarà la musica a renderli accetti agli abitanti e ad aiutarli ad iniziare una nuova vita. |
ESTRATTI DALLE RECENSIONI:
"In questo bellissimo romanzo a suspense, scritto con
maestrìa da Eilís Dillon, una crisi porta alla
crescita e alla compassione." (The Jewish Reporter)
"Una storia di avventure dall'atmosfera avvincente."
(Times Educational Supplement)
"Un romanzo intenso, affascinante." (Sunday Telegraph)
Questo libro non è ancora stato tradotto in italiano.
Il brano che segue è un campione preparato per
il sito web.
Dal Capitolo 2
Peter aveva messo via i suoi libri di scuola e stava per andarsene a letto, quando suo padre entrò in camera da pranzo. Si sedette a capotavola e cominciò a parlare piano, quasi come se si rivolgesse a se stesso."Ti sei accorto di come è cambiata la gente, da un anno a questa parte?" attaccò, con un'espressione preoccupata che Peter non gli aveva mai visto.
In genere era proprio lui a dire che non ci si doveva mai preoccupare di una cosa se non dopo che era successa. Peter gli rispose:
"Sono tutti più silenziosi. Non si fermano più a chiacchierare tanto spesso, come facevano prima. È la guerra, immagino."
"Sì. La guerra e i tempi difficili. La gente ha cominciato a cambiare abitudini, anche le buone abitudini, e pensa solo alla propria salvezza. Non si fida di nessuno, ha paura. Hanno tutti uno sguardo diverso negli occhi, come degli animali braccati che lottano per salvarsi la vita. Alcuni somigliano alle volpi, altri ai lupi. C'era da aspettarselo. Le persone sono degli animali, dopo tutto, anche se sono capaci di pensare, fare progetti e scrivere libri."
"E la musica?" chiese Peter.
"La musica, la pittura e i libri sono le uniche cose che elevano le persone rispetto agli animali e le rendono capaci di sentire la presenza di Dio" disse il papà. "Qualsiasi cosa succeda, ci sarà sempre la musica."
"Che cosa succederà?"
"Non lo so. So solo quello che è successo negli altri paesi. Essere nati ebrei è diventato un delitto, da punire con la prigione o con la morte. Perché non dovrebbe succedere la stessa cosa anche qui? I miei amici dicono che l'Ungheria è un paese troppo civile, troppo colto, ma io non ci credo. La Germania era il paese più civile del mondo, ai suoi tempi." Si alzò e si diresse verso la finestra, da cui si vedeva ancora qualche luce accesa qui e là. La maggior parte però era oscurata, per via delle incursioni aeree. Dopo un momento continuò:
"Dovremmo andarcene, ma credo che sia troppo tardi. Forse voi potreste farcela, ma ne dubito. Bloccheranno le strade. Può darsi che qualcuno vi aiuterà. Saprete chi sono, vi basterà guardarli. Ma perfino la gente di cui pensate di potervi fidare vi tradirà."
Traduzione di Giuliana Zeuli
Ritorna all'inizio di questa paginaVersione inglese di questa pagina
Esci alle pagine italiane
Esci alle "Eilís Dillon Irish Writing Pages"
Pagine mantenute dall' "Eilís Dillon Literary Estate".
Tutti i materiali in queste pagine sono copyright, e non possono essere riprodotte per scopi commerciali senza il permesso scritto degli eredi di Eilís Dillon.