The Bitter Glass (cover) Eilís Dillon
The Bitter Glass (1958)

Ambientato in Irlanda nel 1922, durante la guerra civile irlandese, The Bitter Glass è la storia di un gruppo di ragazzi in vacanza nel remoto ovest, separati dalle proprie famiglie, e delle crisi profonde da loro affrontate in una situazione di isolamento e pericolo, circondati dagli insurrezionisti e minacciati da un'epidemia letale. Le loro forze e debolezze interiori, prematuramente chiamate in causa e duramente messe alla prova, si traducono in un intreccio complesso di storie e situazioni. Un romanzo eccitante e commovente, che rivela una capacità di comprensione indimenticabile e una compassione profonda.

ESTRATTI DALLE RECENSIONI:

"Un primo romanzo che è un gioiello, di una scrittrice irlandese che sa eliminare le barriere tra lettori e personaggi." (New York Times Book Review)

"The Bitter Glass ... dimostra un'eccellenza complessiva che deriva da una tecnica matura e da un'immaginazione di massima qualità. Pur senza mai cadere in eccessi di scrittura o di sentimentalismo, è un romanzo estremamente poetico." (The Times)

"Una realtà remota e adorabile, popolata di gente e di usanze descritte in modo indimenticabile." (The Spectator)

"Mi è parso che il mondo del Connemara fosse descritto in modo perfetto .... un libro che più di qualsiasi altro mi ha fatto sentire a casa." (Eudora Welty)

Questo libro non è ancora stato tradotto in italiano.
Il brano che segue è un campione preparato per il sito web.

Dalle prime pagine ....

CAPITOLO I

Galway sembrava far parte di un mondo diverso. Avevano avuto tutti la stessa sensazione, fin dal momento in cui era apparso il mare per la prima volta e il treno, che attraversava sferragliando l'ultimo ponticello prima di entrare in stazione, parve farsi improvvisamente più piccolo.

Ruth, in piedi vicino al finestrino a guardare fuori, si sentì sopraffare da un'ondata di pace, che nel rifluire si portò via tutte le irritazioni e le paure delle ultime settimane. Spalancò il finestrino ed entrò una folata di aria estiva insolitamente calda che li avvolse. Gli altri si erano affollati dietro di lei, come se non l'avessero mai vista prima quella piccola insenatura di mare sulle cui rive si affacciavano le casette dal tetto di paglia, ai margini della città. Solo Colman Andrews, ormai stanco del mondo a ventisei anni, non si mosse dal proprio angolo. Però li degnò di un sorriso tollerante, come se capisse il loro entusiasmo. Ruth si voltò a lanciargli uno sguardo particolare, carico di affetto, cercando di nascondere il proprio disappunto di fronte al suo distacco. Poi disse:

"Vieni a vedere, Colman. Non si vede niente da quel finestrino di vetro smerigliato."

Con fare lento e pigro, Colman stiracchiò le sue lunghe gambe. Nell'attraversare il vagone che traballava e oscillava, si erse di proposito in tutta la sua magnifica altezza. Tirò su il mento. I suoi occhi castani leggermente socchiusi si sollevarono appena agli angoli. Quando guardava qualcosa intensamente aveva un certo modo di girare la testa, come per dare maggior risalto al suo profilo greco. Lo fece in quel momento. Pat, il fratello maggiore di Ruth, lo guardò senza fiatare. Pensò, come gli era capitato di pensare altre volte, che gli sarebbe piaciuto davvero saltare addosso a Colman, trascinarlo giù e strofinargli la faccia per terra. Pat la pensava così perché lui era basso e, a ventun anni, era improbabile che crescesse ancora. Chiuse gli occhi e aspettò per un momento. Quando li riaprì, naturalmente Colman aveva allungato la mano verso quella di Ruth e stava dicendo, col suo solito fascino:

"Adesso dobbiamo dimenticarci completamente di Dublino. Questa è una vacanza. Guai a chi parla della guerra. Chi la nomina dovrà mettere sei pence in un barattolo, e quando torniamo diamo tutto ai poveri."

Traduzione di Giuliana Zeuli

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